
Tra le varie tipologie di diete consigliate dagli specialisti, la cosiddetta pentadiet è una delle poche che non preclude alcun tipo di categoria alimentare.
Del suo funzionamento basilare e delle sue caratteristiche parleremo nei paragrafi seguenti, cercando di evidenziarne il potere dimagrante in modo chiaro e preciso.
Cos’è la pentadiet e come funziona
Inventata da Evelina Flachi, specialista in Scienze dell’Alimentazione e docente di Nutrizione all’Università Statale di Milano, la pentadiet fonda la sua formula, come dice il nome stesso, sulla suddivisione dei pasti in 5 momenti fondamentali.
Questi sono, nell’ordine:
- colazione
- pranzo
- cena
- due spuntini a orari definiti dal soggetto, in modo tale da spezzare la fame ed evitare le cosiddette abbuffate durante i due pasti principali.
Quanto si riesce a dimagrire?
Attraverso questo regime dietetico si può riuscire a ridurre il peso complessivo prima della dieta di circa il 10% del totale, distribuendo tale differenza nell’arco di sei mesi.
È chiaro quindi che la pentadiet non è di per sé una dieta drastica, magari adatta a soggetti in evidente stato di sovrappeso, bensì si adatta meglio a chi vuole mantenere la linea in modo semplice e costante durante i periodi chiave dell’anno, come ad esempio le prossime feste natalizie.
Cosa bisogna mangiare nei 5 pasti previsti dalla pentadiet?
I cibi fondamentali all’interno della pentadiet sono i seguenti, rigorosamente divisi per categoria alimentare:
- Carboidrati, ossia pasta, riso, pane, farinacei e cereali;
- Proteine, assimilabili attraverso il consumo di pesce, carne magra, legumi e uova;
- Grassi di origine vegetale (preferibilmente olio extravergine di oliva;);
- Fibre, che troviamo sia nei cereali stessi che in alcune tipologie di legumi e frutta, oltre che nella verdura;
- Minerali e antiossidanti, sempre assimilabili mediante il consumo di frutta e verdura.
Come si alterna il consumo di questi elementi nutritivi?
Nella pentadiet, sui 7 giorni che compongono la settimana, ve ne sono 5 in cui occorre bilanciare bene le quantità di tutti gli elementi nutritivi, mentre nei restanti due ci si può concedere qualche strappo alla regola, per non essere diciamo così “schiavi” della propria dieta auto-imposta.
Unica restrizione prevista è quella per gli spuntini, durante i quali si consumeranno o proteine o zuccheri.
È chiaro che nei due giorni di “libertà” non si può fare finta di nulla e rimpinzarsi di cibo spazzatura, ma sci si può concedere ad esempio una pizza o un dolce durante il mercoledì o la domenica, ossia i giorni battezzati dalla pentadiet per la concessione egli extra.
Per non rallentare i processi metabolici
Queste due giornate inoltre hanno il preciso scopo di mantenere il peso costante nel dimagrimento complessivo: infatti nei giorni più calorici della dieta le calorie vanno razionate in circa 1200 al giorno, e spezzare la fame ogni 2 giorni aiuta a non rallentare il processo metabolico del corpo.
In questo modo l’organismo non si spegnerà da solo, riducendo l’apporto di calorie per sopravvivere alla mancanza di cibo, e rallentando di conseguenza il processo di dimagrimento stesso.
La fase di mantenimento della pentadiet
Una volta conclusasi la fase intensiva della pentadiet, il mantenimento comporta l’assunzione di 200 calorie in più al giorno rispetto alle canoniche 1200, per una durata complessiva di sei mesi.